Diagnosi a distanza con WhatsApp: paziente salvato al Serristori

L'applicazione per cellulari è servita per un consulto tra medici


L’episodio risale all’agosto del 2014, ma modestia e senso del dovere dei medici e del personale del pronto soccorso dell’ospedale di Figline, ha trasformato solo ora l’episodio in una notizia: oltre a frasi d’amore ed altre amenità, con WhatsApp, la celebre applicazione basata sulla messaggistica istantanea multi-piattaforma per smartphone con cui ci si scambia testi, immagini, video, file audio, è possibile… salvare una vita umana.


Nell’agosto scorso, un uomo di 73 anni si sveglia di notte respirando male. Chiama il medico del 118 che, giunto a domicilio, rileva ipotensione, una frequenza cardiaca di 90 battiti al minuto e 22 atti respiratori, la glicemia a 280 mg/dL, bassi valori di saturimetria. Il medico dell’emergenza territoriale decide un immediato ricovero in pronto soccorso.


In poco tempo l’uomo arriva al Serristori. È vigile, ma pallido, presenta sudorazione algida profusa, continua a riferire dispnea, nega dolore toracico. La pressione rimane bassa (70/40 mmHg), la scala GCS, quella con cui si da una valutazione neurologica di un paziente, è a 15, un valore buono. L’elettrocardiogramma conferma il ritmo sinusale di 90 battiti al minuto e non evidenzia alterazioni ischemiche. Il paziente viene sottoposto anche a emogasanalisi ed esami ematochimici che documentano un rialzo dei globuli bianchi ed altri parametri anormali e preoccupanti.


«All’auscultazione del torace – riferiscono i sanitari – non sono presenti segni di stasi bilaterale, i toni cardiaci sono ritmici, assenti i polsi periferici». E ancora: «In anamnesi diabete mellito di tipo 2 in terapia con metformina, recente comparsa di difficoltà alla deambulazione per patologia neurologica degenerativa in corso di definizione diagnostica. Assume acido acetilsalicilico 300 mg/die». Il medico di turno in pronto soccorso, grazie alle competenze acquisite con un percorso formativo in ecografia d’urgenza, esegue immediatamente un’ecografia toracica con cui rileva «la presenza di un versamento pericardico esteso di circa 2 centimetri di spessore, corpuscolato come per emopericardio. Il ventricolo destro risulta compresso, la vena cava inferiore appare dilatata con assenza di escursioni respiratorie. La proiezione parasternale mette in evidenza una dilatazione della radice aortica ai seni di Valsalva con flap intimale come per dissezione».


Immediata la diagnosi di tamponamento cardiaco da sospetta dissecazione aortica ritiene necessario un immediato intervento cardiochirurgico. Telefona direttamente al cardiochirurgo e, mostrando la felice intuizione, decide di spedirgli via WhatsApp le immagini video registrate durante l’ecografia per metterlo in condizione di valutare più appropriatamente il caso e dare il suo parere. Insomma un teleconsulto "improvvisato". Lo specialista conferma il quadro clinico e la necessità di procedere a intervento d'urgenza, senza ulteriori approfondimenti diagnostici ecocardiografici.


Nel giro di un’ora il paziente è a Careggi dove, confermata la diagnosi, il paziente viene sottoposto a sostituzione dell’aorta ascendente e dell’arco aortico con re-impianto dei tronchi sovra-aortici e viene fatta una plastica della valvola aortica. Intuizione, prontezza, le competenze ecografiche acquisite dal medico di turno in un ospedale dove non si possono avere tutte le specializzazioni a disposizione 24 ore su 24, ed anche la tecnologia a “basso costo” o più “popolare”, hanno felicemente risolto un caso.

Fonte: ASL 10 Firenze-Ufficio Stampa

 

 


«Torna alla lista