Crescere, giocare, inseguire un sogno: intervista doppia a LaSabri e Pika Palindromo

La passione per i videogame diventata una professione, la tecnologia, i social e i milioni di ragazzi che crescono insieme a loro. Il 1° ottobre i due influencer saranno a Figline per THiNK – Festival della cultura digitale

Più di 5 milioni di follower totali, tra YouTube, Instagram e TikTok, ne fanno il profilo femminile più seguito in Italia dal target 6-12 anni. Per questo la chiamano la “sorella maggiore di YouTube”: è LaSabri, che insieme a Pika Palindromo, compagno nel lavoro e nella vita, tra i migliori videomaker in Italia, forma la coppia di influencer più amata dai giovanissimi. Tutto nasce dalla passione per i videogiochi e per il web, ma nei loro video hanno saputo parlare di bullismo, omofobia, razzismo, di salute e tematiche sociali, sempre divertendo e con la capacità di raccontare senza filtri le loro piccole grandi sfide quotidiane, aiutando tanti ragazzi a crescere insieme a loro. Saranno loro i superospiti di THiNK – Festival della cultura digitale. In attesa di averli entrambi sul palco del Teatro Garibaldi di Figline per il doppio appuntamento di venerdì 1° ottobre, gli organizzatori del festival – Comune di Figline e Incisa Valdarno, Sowhat e Jet’s – li hanno raggiunti per un’intervista doppia da otto domande ciascuno.

Ultimi posti ancora disponibili per il doppio evento “A teatro con LaSabri e Pika: come la passione diventa una professione”, in programma alle 15.30 e alle 17. L’ingresso è gratuito ma è obbligatoria la prenotazione sul sito www.thinkfestival.it. Per entrare è necessario il Green pass per tutti i maggiori di 12 anni.

Prenotazioni ancora aperte anche per tutti gli altri eventi (gratuiti) del festival: incontri con esperti del web e innovatori per scoprire come la tecnologia sta cambiando il lavoro, l’informazione, l’educazione. Laboratori, workshop e una grande mostra sulla storia del videogioco, dalle prime console ai mondi virtuali di oggi. Con la possibilità di mettersi alla prova in tornei di Mario Kart e Assetto Corsa. Programma completo e prenotazioni sul sito www.thinkfestival.it.

Otto domande a LaSabri

  1. Com’è avere così tanto seguito sul web? Ti saresti mai aspettata questo successo?

Difficile! Da fuori non si ha la minima idea di quanto lo possa essere. Prima di tutto per la responsabilità: ogni giorno ti guardano migliaia di persone di ogni fascia di età e bisogna essere “giusti” per tutti, sia nei termini che nei modi. Me lo sarei aspettata? No, perché quando ero piccola questi mezzi non esistevano e mai avrei immaginato una cosa simile!

  1. Dai piccolissimi agli adolescenti, e non mancano neppure gli adulti. Quanto è delicato il rapporto con la tua community?

Moltissimo, ma è davvero bello e soddisfacente. Avere a che fare con una fascia di età così ampia ti mette alla prova tutti i giorni. Sono seguita dai bimbi che iniziano le scuole elementari fino alla generazione di chi la scuola l’ha finita da ormai trent’anni. La cosa bella è che io sono me stessa e piaccio proprio perché sono così. Non è facile, per niente. Ma è davvero appagante.

  1. Hai imparato a conoscere una generazione di ragazzi diversa dalla tua: che differenza vedi tra te e loro?

Una differenza incredibile. Prima di tutto quando ero piccola io non esistevano i cellulari e non c’era internet, il pomeriggio si passava in cortile o al massimo a giocare insieme a qualche videogioco in casa di qualcuno. Ogni tanto mi capita di rimpiangere queste cose. A livello di tecnologia i bambini di oggi sono svegli, forse anche troppo. Io cerco solo di fare quello che vorrei vedere io dall’altra parte dello schermo, cercando di variare sempre di più.

  1. Una ragazza che viene dal gaming, il mondo maschile per eccellenza. Ma è davvero così?

Inizialmente sì, ma le cose stanno fortunatamente cambiando. Oggi addirittura ci sono squadre totalmente femminili che giocano a livelli altissimi. È un mondo che sta cambiando, forse anche grazie alle ragazze come me che hanno iniziato a creare contenuti sui videogiochi.

  1. Dal tuo primo video sono passati 7 anni. Pensi che l’evoluzione tecnologica sia andata di pari passo con la qualità dei contenuti?

Sette anni? Di già? Per me il tempo è volato! Beh, sì e no. Ho sempre cercato di adeguarmi al pubblico nuovo che mi veniva incontro, di aggiornarmi sugli strumenti da utilizzare, sui temi di cui parlare. Ma in molti casi continuo a vedere che invece qualcuno è sempre lì, che i contenuti molto spesso si ripetono e che molti, non so se per pigrizia o per strategia, non si vogliono evolvere.

  1. Come ci si sente a essere un modello per i più giovani? Hai consigli per loro?

È una cosa che mi fa stare davvero bene: se io durante l’adolescenza avessi avuto una Sabri da seguire sarebbe stato molto più facile crescere. I miei consigli? Provo a riassumerli altrimenti staremmo qui fino a domani!

Siate felici per quello che siete, guardate sempre il lato positivo delle cose. Mai vedere il bicchiere mezzo vuoto!

Se ci sono problemi, parlatene con gli adulti. Problemi di ogni tipo, anche la minima sciocchezza che però vi fa sentire tristi. A tutto c’è una soluzione!

Non abbiate fretta di crescere, c’è tempo per ogni cosa. Vivete tutto al 100%.

Dedicate il vostro tempo agli amici e alla famiglia, non state incollati al telefono e aprite gli occhi, guardate cosa c’è davanti a voi! Soffermatevi anche sulle cose più piccole. Un bel prato, un abbraccio, un complimento…

  1. E ai genitori, preoccupati per i rischi del web, daresti qualche consiglio?

Controllate ciò che i vostri figli guardano sul web. Non è questione di poca fiducia, magari semplicemente non si rendono conto che qualcosa non è adatto a loro. Sul web c’è di tutto, controllare non fa mai male e vi farà stare più sereni. Spiegate bene ai vostri figli che essere dietro a una tastiera non vuol dire poter essere cattivi con gli altri. Chiunque ci sia dall’altra parte può rimanerci male, anche per parole dette come scherzo.

Mettete un limite: “puoi stare al telefono solo un’ora al giorno”. Esistono anche delle app fatte apposta. I vostri figli diventeranno più grandi e impareranno a gestire il loro tempo. Così anche voi ogni tanto avrete la possibilità di vederli in faccia!                                                                                                                                                                                                 

  1. Pensi ci sia bisogno di lavorare sulla promozione di una cultura digitale?

Assolutamente sì! È il nostro futuro.

Otto domande a Pika Palindromo

  1. I suoi antenati sono il cinema e la televisione. Ma quello del videomaker è un mestiere tutto nuovo: come si fa a farlo?

La bellezza del web è che ancora non esiste un linguaggio codificato come per altri media. Siamo noi a inventare il nostro stile. Ogni video permette di sperimentare un modo diverso di creare contenuti, spaziando da un’atmosfera cinematografica al quiz televisivo o ricalcando un programma della tv per ragazzi.

Il lato negativo è che a differenza della tv, dove le troupe possono essere composte da centinaia di persone, il videomaker è una “one man band”. Faccio l’autore, il regista, il direttore della fotografia, l’attore, il montatore video e qualsiasi altra cosa possa servire!

  1. Cosa deve fare un videomaker per emergere su YouTube?

L’unico modo per farlo in una piattaforma così satura di contenuti è distinguersi. Su YouTube esiste tutto, qualsiasi sia la tua ricerca troverai a centinaia di video su quell’argomento. Per farti notare devi essere unico. Uno stile di montaggio particolare, un’opinione interessante, una scelta di contenuti sempre originale. La cosa più sbagliata che si può fare è dire “Beh, se quel contenuto funziona lo faccio anch’io uguale”.

  1. Dove trovi ispirazione per i tuoi video?

Guardo centinaia e centinaia di video su YouTube, guardo tanti film e tante serie, ascolto molti dischi. Tutto sta nel saper rielaborare queste cose. Con un bel bagaglio di conoscenze riesci sempre a incuriosirti. Ti chiedi “Ma come ha fatto in quel video a fare quell’effetto?” e provi a replicarlo, “Come avrà messo le luci per creare quell’atmosfera?” e cerchi di ricrearla. Rielaborare ciò che hai visto fa diventare tue quelle tecniche, creando qualcosa di totalmente nuovo. Un po’ come nella musica: le note sono sette ma le possibilità sono infinite!

  1. Come hai mosso i tuoi primi passi da videomaker?

Fin da quando avevo 6 anni ho sempre avuto a che fare con i video. Prima erano semplici filmini delle vacanze, poi si sono trasformati in sketch comici da far vedere alla mia famiglia. Col tempo, volevo un posto dove conservarli per non perderli. Così ho iniziato a caricarli su YouTube e, inspiegabilmente, hanno iniziato a interessare e intrattenere anche persone che non conoscevo. Allora ho iniziato a girare dei video fatti apposta per il mio canale. Piano piano sono arrivate le prime richieste lavorative.

  1. Quanto è stato difficile affermarsi?

Come in ogni lavoro bisogna fare tanta gavetta prima di riuscire a farsi notare. Io ho lavorato senza sosta per anni dietro le quinte dei principali canali YouTube italiani, senza che nessuno lo sapesse. Con l’andare del tempo tante persone, e anche molti brand, hanno iniziato a riconoscere uno stile comune in tutti i prodotti che realizzavo, anche se non ci mettevo la faccia direttamente. Così ho trovato il mio posto nel mercato. Per mantenere alto l’interesse bisogna essere aggiornati, capire cosa piace alle persone e cercare di intrattenere senza mai annoiare. La regola che uso è: “se non mi fa ridere o se non mi sta incuriosendo, non serve”.

  1. Ci sono argomenti tabù o “filtri” che usi con il tuo pubblico?

Io ho la fortuna di avere un lavoro a prescindere dai miei follower e questo mi rende molto più libero. Purtroppo molti miei colleghi, che vivono grazie ai loro numeri, devono mantenere un’attenzione maggiore e magari non si sbilanciano mai per paura che qualcuno si offenda. Io invece voglio essere assolutamente senza filtri nelle cose che dico o che faccio. Se una cosa non mi piace, lo dico e mi prendo anche tutto l’hating che ne consegue. Le persone che mi seguono si fidano di me proprio per questo motivo, sono sempre trasparente.

  1. Il successo porta con sé followers, ma anche haters. Come reagisci ai commenti negativi?

Semplicemente li ignoro, anche perché so che dall’altra parte, nascosti nell’anonimato ci sono dei ragazzini che magari hanno i loro problemi e, in qualche modo, sfogarsi contro di me li libera. Intervengo solo quando, per colpa mia, questi cyberbulletti se la prendono con persone che mi seguono e che non hanno le spalle larghe quanto me. Purtroppo è molto facile insultare e minacciare sui social, ma devi metterlo in conto se diventi un personaggio pubblico. La cattiveria che ti arriva addosso può fare danni incredibili se non sei pronto. Sai cosa cerco di fare quando mi arriva una minaccia o degli insulti molto pensanti? Vado a spulciare il profilo, trovo i genitori e faccio vedere a loro quello che il figlio dice. Non esiste punizione più grande per un bambino che vedere i genitori delusi da lui.

  1. Tu e LaSabri siete coppia anche nella vita. La popolarità ha effetti sulla vostra privacy?

Questo probabilmente è la nostra forza, noi siamo esattamente come ci vedete sui social. Delle volte può essere difficile condividere con milioni di persone i problemi o altre cose che vorremmo tenere solo per noi. Ma è giusto così. Tanti ragazzi che ci seguono stanno crescendo insieme a noi e se possiamo insegnargli qualcosa anche da un nostro fallimento o un problema personale ne siamo ben felici.

 

Andrea Tani
Ufficio Stampa
Comune di Figline e Incisa Valdarno
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