Oltre 2000 spettatori, 6 aree, 6 giovani artisti e tre band sul palco, due ospiti culturali nello spazio conferenze e 40 volontari (tutti under 30 e valdarnesi) attivi sia nella fase organizzativa che nelle due serate di eventi. Sono i numeri della prima edizione del
Domino Festival, la rassegna (musicale, ma non solo) che
si è svolta il 27 e il 28 agosto allo stadio comunale Goffredo Del Buffa di Figline, registrando il sold-out nelle prenotazioni e
grande entusiasmo nei partecipanti che “non si sono fatti scoraggiare dal
maltempo del venerdì ma, nonostante spesso in questi casi la gratuità dell’evento sia un disincentivo,
sono venuti comunque e ci hanno fatto anche i complimenti, soprattutto per l’organizzazione – racconta Lorenzo Ares Bonechi, direttore artistico –.
Un risultato che ci rende particolarmente fieri, perché non è semplice coordinarsi quando si è in tanti né gestire uno spazio così ampio e variegato nella sua offerta, in termini di intrattenimento. Era una grande sfida riuscire a partire con un progetto di questo tipo, essere cioè il primo grande evento del Valdarno dall’inizio della pandemia, ed averlo concretizzato proprio come lo immaginavamo, con un perfetto allineamento tra le nostre aspettative e quelle dell’Amministrazione comunale promotrice, non era affatto scontato”.
Il festival, infatti, è il risultato di un percorso di co-progettazione promosso dal Comune di Figline e Incisa Valdarno per lo sviluppo e l’attivazione del tessuto sociale giovanile, organizzato dal Comune in partenariato con l’associazione Acustica e ha visto protagoniste voci nuove ed emergenti dal mondo della cultura, dell’arte, dell’impresa e dell’attivismo ambientale.
Sul palco si sono alternati tre dei giovani artisti italiani di maggior successo, CmqMartina, Tredici Pietro e Bresh, una band che rappresenta la storia del rock indipendente italiano,
i Tre Allegri Ragazzi Morti, e poi ancora: gli Elephant Brain, i Flame Parade, il duo Lango & Klaudio VVS, il rapper Zuri. Presenti, in veste di ospiti culturali, anche il giornalista Francesco Costa e la presidente di Slow Food Italia Barbara Nappini, oltre a due esempi di impresa sostenibile:
Funghi espresso (che crea kit per la coltivazione domestica di funghi commestibili)
e Rifò (azienda pratese che produce abbigliamento rigenerato utilizzando cashmere e cotone a chilometro zero).
A completare il tutto,
laboratori sul riuso, sul benessere, sulla sostenibilità, un ampio mercatino di dischi, artigianato e abbigliamento vintage e street food per tutti i gusti.
Tutti gli eventi si sono svolti con ingresso gratuito, su prenotazione e con obbligo di esibizione del
Green pass.
“Volevamo che fosse un festival dedicato ai giovani e pensato e progettato da loro, per loro.
Un modo per dare voce ad una generazione troppo spesso dimenticata e che, invece, dimostra tutti i giorni di essere in grado di offrire tanto, se si è disposti a investire su di loro. Siamo felici di aver visto tanto entusiasmo e tanta voglia di fare negli occhi di quei ragazzi, che si sono rimboccati le maniche e sono stati in grado di lanciare la prima edizione di questo festival nel migliore dei modi. Non si tratta, infatti, solo di aver offerto la possibilità di dilettarsi con una due giorni di intrattenimento, ma è stato un vero e proprio progetto di politiche giovanili, che
ha consentito a questi ragazzi di formarsi, organizzare, decidere e realizzare un evento fatto di musica, laboratori, incontri culturali, approfondimento e promozione della sostenibilità”, spiegano la sindaca e l’assessora alla Cultura.
IN FOTO: Alcuni momenti del Festival, inclusi i concerti di
CmqMartina, Tredici Pietro e Bresh